RIVISTA ITALIANA DIFESA
Caos a Tripoli 31/03/2016 | Pietro Batacchi

Come anticipato da RID, Serraj, assieme ad altri membri del Consiglio Presidenziale, è arrivato a Tripoli. Lo ha fatto via nave dopo che l'amministrazione tripolina di Khalifa Gwell aveva chiuso l'aeroporto di Mittiga. Serraj per ora si è installato nella base navale di Abu Sittha, mentre nella capitale regna il caos. In questo momento è difficile capire la reale ampiezza del fronte tripolino che si oppone a Serraj, ma un dato è certo: la coalizione Alba Libica, che finora aveva appoggiato il Governo di Tripoli, non esiste più. Serraj ha infatti l'appoggio di buona parte delle milizie di Misurata, anche se un suo importante Comandante, Salah Badi, ieri ha occupato Piazza dei Martiri inscenando una manifestazione contro Serraj, e di Abdel Hakim Belhadj. In questo momento, tuttavia, Belhadj sembra non volersi scoprire tanto è vero che non si è opposto alla chiusura di Mittiga da parte di Gwell – l'aeroporto di Mittiga è controllato dalla Rada di Abdul Rauf Kara che risponde proprio a Belhadj – ed ha permesso allo stesso Gwell di usare la sua televisione, Naba TV, per scagliarsi contro Serraj. Probabilmente Belhadj non vuole andare allo scontro con una parte della Fratellanza Musulmana, quella che esprime Gwell, e vorrebbe che quest'ultimo accettasse un compromesso ed entrasse nel nuovo Governo. Si tratta, dunque, ma la sensazione è che a Tripoli regni il tutti contro tutti: Misurata è spaccata, così come la Fratellanza Musulmana, mentre il grande stratega dell'arrivo di Serraj a Tripoli, Belhadj, temporeggia, consapevole che accelerare ora significherebbe precipitare Tripoli in un inferno stile Beirut anni ottanta. In una situazione del genere, ne potrebbero approfittare sia lo Stato Islamico sia lo stesso Haftar, pronto a dare la spallata finale a Bengasi, mentre nell'immediato la prospettiva di un intervento internazionale non può che allontanarsi.


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