RIVISTA ITALIANA DIFESA
Libia: grandi manovre a Tripoli 29/03/2016 | Pietro Batacchi

Da qualche giorno a Tripoli regna il caos. Serraj e il Consiglio Presidenziale sono attesi nella capitale per insediarsi forti del via libera dell'ONU e di un accordo sulla sicurezza nel cui ambito sia le milizie di Misurata sia, pare, le milizie che rispondono a Abdel Hakim Belhadj, si sono dette pronte a sostenere un nuovo Governo libico guidato, appunto, da Serraj. La situazione, però, è molto confusa e caotica. L'attuale Primo Ministro dell'amministrazione di Tripoli, Khalifa Gwell, ha dichiarato lo stato di emergenza per impedire l'insediamento del nuovo governo, che in pratica lo esautorerebbe, ed anche lo stesso Presidente del Parlamento tripolino, il berbero Nouri Abusahmain, ha mobilitato i suoi uomini. Tutte le milizie che si oppongono a Serraj, compresa quella di Haithem Tajouri, un altro degli uomini forti di Tripoli (un “islamista” che vorrebbe il ritorno della Monarchia), si sono riunite per costituire una sorta di alleanza contro Serraj e sono iniziati i primi scontri, più che altro dimostrativi, ed il riposizionamento dentro e fuori la capitale. Per il momento siamo solo alle azioni dimostrative, ma in questi casi l'escalation è sempre dietro l'angolo. In questa partita i fattori fondamentali sono 2: l'atteggiamento della Fratellanza Musulmana e quanto Serraj sarà disponibile ad offrire ai "ribelli" per evitare che Tripoli si incendi. Se la Fratellanza Musulmana sarà compatta nel sostenere Serraj, Abusahmain e Gwell non potrebbero che cedere, perché accettare lo scontro con i Misuratini e con gli uomini di Belhadj sarebbe improponibile, e Tajouri si ritroverebbe isolato. Logico, dunque, aspettarsi una sorta di compromesso che, nei fatti, possa portare all'assorbimento del Governo Tripoli nel nuovo Governo Serraj. I 3 Governi libici, dunque, diventerebbero 2, anzi resterebbero 2, ma la partizione del Paese questa volta sarebbe veramente più vicina.


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