RIVISTA ITALIANA DIFESA
Libia: l'Italia senza SIGINT 17/03/2016 | Pietro Batacchi

Proprio nel bel mezzo della crisi di Libia, l'Italia si ritrova senza una capacità fondamentale, ovvero la capacità SIGINT (Signal Intelligence). Il GULFSTREAM III AML (Multi Int Laboraory) che dal 2012 ha assolto tale compio in seno alla Difesa italiana è rientrato a febbraio negli Stati Uniti dopo che il contratto di leasing con Lockheed Martin, rinnovato annualmente, è scaduto. Il velivolo, appunto, è operato dalla Difesa italiana con un contratto di leasing con Lockheed Martin che fornisce anche piloti, personale di supporto e tecnici manutentori, mentre gli operatori dei sistemi sono Italiani. L'AML è una piattaforma sperimentale basata su un business jet GULFSTREAM modificato e dotato di antenne di vario tipo, ospitate in carenature speciali, che svolge missioni di scoperta e classificazione delle emissioni elettromagnetiche (ELINT), di intercettazione ed ascolto delle comunicazioni (CMINT) e di sorveglianza e ricognizione, grazie ad un sistema elettro-ottico, ed ha sostituto come gap filler il G222. In pratica, la Difesa italiana si ritrova adesso senza un prezioso assetto di intelligence che potrebbe essere molto utile nel contesto libico soprattutto per il monitoraggio delle comunicazioni di gruppi terroristici e milizie ostili. Per colmare questa lacuna sono allo studio un paio di opzioni: la prima è rinnovare di un altro anno il leasing con Lockheed Martin e la seconda acquistare un turboelica Beechcraft modificato dall'azienda americana L3 come quello che attualmente è operato dagli Americani da Pantelleria. Il tempo stringe, però, e questa capacità è necessaria.  


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