RIVISTA ITALIANA DIFESA
Sigonella all'attacco 23/02/2016 | Pietro Batacchi

Dalla base di Sigonella stanno partendo raid mirati condotti da UAV REAPER americani contro obbiettivi dello Stato Islamico in Libia. Il Governo italiano ha concesso la relativa autorizzazione da un mese, ma non si può escludere che questa in realtà sia stata concessa anche prima e che il tutto sia venuto alla luce solo adesso. Ma andiamo con calma. La base in questione per la precisione è la Naval Air Station Sigonella dell'US Navy, ovvero una base americana e non NATO, la cui operatività è regolata da un Technical Agreement tra Washington e Roma del 2006. Nella base sono di stanza la Special Purpose Marine Air-Ground Task Force 12 dei Marines – una task force il cui compito è distaccare piccoli nuclei di addestratori e consiglieri presso le forze armate di Paesi partner africani impegnati nella lotta al terrorismo – alcuni aerei da pattugliamento marittimo P-3C ORION, velivoli da trasporto C-130, convertiplani V-22 OSPREY, 3 UAV GLOBAL HAWK e 6 UAV REAPER. In totale, nella base sono di stanza oltre 2.000 americani tra personale militare e civile. Nell'ambito del Military Technical Agreement del 2006, ogni operazione in partenza da Sigonella deve essere notificata alle autorità italiane e da queste autorizzate. I GLOBAL HAWK, il cui rischieramento è stato autorizzato nel settembre 2010, sono UAV a lungo raggio, ad alta quota e grandi prestazioni per la sorveglianza strategica. I velivoli hanno un'apertura alare di quasi 40 m ed un peso di quasi 15 t, una quota operativa di 18.000 m e possono garantire una persistenza sull'area obbiettivo molto superiore alle 24 ore. Il GLOBAL HAWK è dotato di un radar denominato AN/ZPY-2 MP-RTIP (Multi-Platform Radar Technology Insertion Program), che offre capacità cosiddetta GMTI (Ground Moving Target Indicator – GMTI), cioè capacità di inseguimento e tracciamento dei bersagli terrestri, e capacità SAR (Sintetic Aperture Radar), cioè di mappatura e fotografia del terreno con una risoluzione fino a poco più di un metro. La sensoristica è completata da un sistema di osservazione all'infrarosso/TV, sempre per la ricerca di obbiettivi terrestri. All'occorrenza, il velivolo può essere equipaggiato con pod per l'intercettazione delle comunicazioni e la scoperta e l'analisi delle emissioni elettromagnetiche (COMINT ed ELINT). Il REAPER, che dovrebbe essere di stanza a Sigonella dal 2012/2013, è la variante più prestante ed evoluta dell'UAV PREDATOR. Ha dimensioni maggiori – peso massimo al decollo di oltre 4,6 t, apertura alare di 20 m e carico utile di 1,7 t – motore più potente, un'autonomia di 14 ore a pieno carico ed una quota operativa di quasi 8.000 m. Il REAPER è poi dotato di 7 punti di attacco ai quali possono assere agganciati missili aria-terra di precisione HELLFIRE, bombe a guida laser e bombe a guida satellitare. Il velivolo è inoltre equipaggiato con un radar, denominato, LYNX, che offre le stesse capacità SAR e GMTI del radar del GLOBAL HAWK, ed un pod di targeting e designazione obbiettivi dotato di camera IR, camera TV, telemetro laser e illuminatore laser per la guida degli ordigni. I REAPER garantiscono, pertanto, sorveglianza e scoperta dei bersagli ed immediato attacco con un alto livello di precisione. L'Amministrazione Obama ne ha ha fatto un cardine della propria politica estera e di sicurezza impiegandoli estesamente per attacchi mirati – denominati in gergo targeted killing – in diversi Paesi del mondo. La settimana scorsa, aerei americani hanno attaccato un campo di addestramento dell'IS nell'area di Sabratha, uccidendo diverse persone tra cui, probabilmente, anche Noureddine Chouchane, mente degli attacchi terroristici in Tunisia dello scorso anno. Il raid dovrebbe essere stato effettuato da cacciabombardieri F-15E STRIKE EAGLE appartenenti al 48th Fighter Wing di Lakenheath, in Inghilterra, e riforniti in volo durante la rotta.


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