RIVISTA ITALIANA DIFESA
L'Italia va alla guerra in Iraq 03/02/2016 | Pietro Batacchi

Il vertice tenuto a Roma in questi giorni dai rappresentanti della coalizione che combatte l'IS sembra aver dato i primi frutti. In particolare, l'Italia ha deciso, come ci hanno confermato fonti della stessa Difesa, di inviare circa 130 soldati ad Erbil, in aggiunta ai circa 200 che sono già lì per l'addestramento dei Peshmerga curdi, per compiti di Personnel Recovery. La misura è già stata inserita da un mesetto nel Decreto Missioni, che però ancora deve essere approvato dal Consiglio dei Ministri. Da un punto di vista tecnico-militare si tratta di un salto di qualità nell'impegno italiano in Iraq perchè il Personnel Recovery costituisce una missione di guerra a tutti gli effetti perchè riguarda il recupero, ad opera di assetti aerei o terrestri, di personale disperso o isolato in ambienti permissivi, ma anche non permissivi. Non è un caso che queste missioni vengano effettuate da personale delle forze speciali, soprattutto, per quanto riguarda l'Italia, dagli incursori del 17° Stormo di Furbara dell'Aeronautica Militare, e con la copertura di elicotteri d'attacco che, nella fattispecie, potrebbero essere gli AW-129 MANGUSTA del 7° o 5° reggimento AVES (Aviazione Esercito), inquadrati nella Brigata Aeromobile FRIULI. Il rafforzamento del contingente di Erbil sarà poi accompagnato dallo schieramento di un dispositivo a difesa della diga di Mosul, considerato che la Trevi ha ufficialmente ottenuto l'appalto per la manutenzione della locale diga sul fiume Tigri (anche se il contratto non è ancora stato firmato), che con tutta probabilità sarà costituito da più dei 450 uomini di cui da tempo si parla. Secondo fonti di RID, contrariamente a quanto filtrato inizialmente, la task force sarebbe formata da personale della Brigata pesante GARIBALDI anzichè della Brigata FOLGORE. Per proteggere la diga, infatti, sarebbero necessari anche mezzi pesanti quali carri ARIETE che, pur bisognosi di un aggiornamento quanto mai urgente, potrebbero risultare utili per la difesa di postazioni statiche contro una delle minacce più concrete e letali quale quella rappresentata dalle famose ondate di blindati bomba dell'IS utilizzati per attaccare compound, check point, caserme ecc. Ma la Brigata dispone anche dei modernissimi obici semoventi da 155 mm PzH-2000 che potrebbero essere utili per battere obbiettivi a grandi distanze. La presenza italiana a Mosul ed Erbil, inoltre, va anche letta nell'ottica delle future operazioni a guida irachena per la ripresa di Mosul alle quali, pertanto, l'Italia potrebbe fornire il proprio supporto.


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