RIVISTA ITALIANA DIFESA
Escalation in Ucraina 17/04/2014 | Popeye Doyle

L’offensiva di Kiev nell’est dell’Ucraina è cominciata debolmente, e con molte incertezze nei risultati, nei confronti delle milizie filorusse (o russe…) che da settimane vanno impadronendosi degli edifici governativi delle città orientali del Paese. L’obiettivo è quello di contrastare il copione già con successo messo in atto, su scala molto minore e forse “sperimentale”, in Crimea. I centri finora protagonisti di queste episodi sono stati, soprattutto, quelli di Donetsk, Lugansk, Kharkiv e Slaviansk, ma nel complesso si contano almeno 9 insediamenti urbani interessati, nella sola ultima settimana.

Le notizie sono ancora contraddittorie, ma sembra che l’appena fondata Guardia Nazionale ucraina (secondo alcune fonti, però, si tratterebbe di un’unità di paracadutisti) abbia compiuto la sua prima azione di rilievo proprio nei pressi di quest’ultima città, con un piccolo dispositivo di 10 carri armati, 10 blindati da trasporto di truppe (BMD-1) e… 7 pullman, per un totale di un centinaio di soldati. Non sembra essere finita molto bene: 5 di questi blindati e uno dei carri sono stati presto filmati con miliziani filorussi (rigorosamente con passamontagna) alla guida, e agitanti la bandiera russa. Pare che i veicoli siano stati consegnati loro da equipaggi di disertori o comunque arresisi a un check point sulla strada per Kramatorsk, presso il cui aeroporto militare, conquistato qualche giorno fa dai filorussi, sono avvenuti scontri a fuoco risultanti in un balletto di cifre circa le perdite che sarebbero occorse. Fonti discordanti fra gli stessi filorussi parlano dai 4 agli 11 morti, mentre le forze ucraine, comunque uscite vittoriose sui circa 30 oppositori, negano risultati letali per qualsivoglia parte in causa. Di contro, esse hanno confermato come 2 loro appartenenti siano stati presi in ostaggio a Krasny Luch, nell’Oblast di Luhansk. Gli scontri più duri si sono però registrati nella notte a Mariupol, sul Mar Nero, quando 300 miliziani hanno assaltato la locale sede delle truppe del Ministero dell’Interno. L’assalto è stato respinto e nella battaglia sarebbero rimasti sul terreno almeno 3 miliziani filorussi.Infine, il municipio di Donetsk appare al momento saldamente in mano ai miliziani, acclamati e supportati da un rilevante seguito popolare piuttosto attivo nella messa in opera di barricate e nella rimozione dei contrassegni statuali ucraini dagli edifici pubblici.

Difficile dire se, con queste premesse, Kiev riuscirà a spuntarla sul campo, considerata una situazione che, militarmente parlando, è stata descritta dall’ambasciatore britannico presso le Nazioni Unite Mark Lyall Grant nei termini di 40.000 soldati russi lungo la frontiera con l’Ucraina, ai quali aggiungere 25.000 effettivi stanziati illegalmente in Crimea. Secondo reporter presenti nell’Ucraina orientale, tra l’altro, alcuni dei “miliziani in passamontagna” avrebbero affermato di essere giunti lì proprio dalla Crimea.

Per il Presidente ucraino ad interim Oleksandr Turchynov l’attività di queste milizie, equipaggiate fin troppo professionalmente per costituire semplici bande armate di autodifesa espressione della minoranza russofona, è da ricondurre a una strategia da “quinta colonna” orchestrata da Mosca. Il suo scopo sarebbe quello di impadronirsi del bacino minerario del Donbass e, da lì, estendersi a tutto l’est e il sud dell’Ucraina, dalla regione di Kharkiv a quella di Odessa, dove alcuni attivisti russofoni hanno cominciato a parlare, per l’appunto, di una “Repubblica Popolare di Odessa”. In tal senso, le attività dei secessionisti, effettivamente accresciutesi nel corso degli ultimi giorni, sono state interpretate da Kiev come finalizzate a fungere da pretesto per irrigidire le posizioni che sono attese essere espresse nel vertice che oggi si terrà fra Stati Uniti, Unione Europea, Ucraina e Russia. Quest’ultima, difatti, non ha tardato ad agitare lo spettro del rischio di una guerra civile qualora i tentativi ucraini di “reconquista” non cessino immediatamente, allo stesso tempo negando qualsiasi ingerenza negli affari dell’Ucraina orientale. I media vicini a Mosca, del resto, hanno sinora avuto gioco facile nel dar pubblicità alle prime vittime. In effetti, l’occupazione degli edifici pubblici da parte dei comitati di autodifesa filorussi erano in precedenza avvenuti senza alcuna violenza, spesso con l’attiva defezione di poliziotti e militari ucraini, e solo a Gorlivka, forse, vi era stata un’attiva resistenza da parte di agenti della polizia locale ucraina.

Dal canto suo, la NATO, per bocca del Segretario Generale Andres Fogh Rasmussen, ha annunciato l’imminente rafforzamento delle difese aeree, navali e terrestri negli Stati membri confinanti con l’Europa orientale, mentre, a livello UE, il Consiglio per gli Affari esteri ha approvato nuove sanzioni in termini di congelamento dei beni e restrizioni sui visti nei confronti di singoli cittadini russi e ucraini, riservandosi di rendere nota più avanti la lista dei loro nomi. Solo 3 Paesi in Europa, però, hanno ufficialmente appoggiato la posizione di forza tentata dal Governo ucraino in questi giorni, e cioè il Lussemburgo, la Lituania e la Svezia, mentre sono la Polonia e l’Estonia quelli che, con più forza, hanno chiesto il descritto rafforzamento della presenza NATO.

 

 

 

 


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