Da ieri l’inedito asse formato dalla portaerei francese DE GAULLE, e dalla potenza di fuoco missilistica della flotta russa, è divenuto una realtà, coi primi raid lanciati sulle postazioni del “Califfato nero” in Siria dai jet dell’ammiraglia della Marine Nationale, di poco seguiti a nuove salve di missili cruise sparati dalle unità russe. E se l’intervento di una task force aeronavale occidentale con azioni in profondità non è certo una novità, la Marina Russa rinnovata da Putin, dopo aver superato il test di maturità quando lo scorso 7 ottobre ha lanciato missili da crociera impiegando piccole unità in navigazione nel Mar Caspio, a 1.500 km dal bersaglio, il 17 novembre ha segnato un ulteriore, piccolo record sul proprio curriculum, quando a sparare una salva di missili 3-M14 KALIBR è stato il sommergibile ROSTOV-ON-DON, tipo KILO Project 636.3, operativo da 2 mesi. Un’altra “prima volta” che può non impressionare gli ammiragli occidentali, abituati da un quarto di secolo ad azioni di questo genere, ma che testimonia i livelli di efficienza raggiunti dai colleghi russi. Lo schieramento navale franco-russo, il cui coordinamento è stato sancito ai massimi livelli dai 2 capi di stato, il Presidente francese Hollande e il suo omologo russo Putin, permette quindi di moltiplicare la potenza di fuoco scatenata sull’ISIL. Già l’intervento di una crescente forza aerea russa (supportata di recente anche da bombardieri strategici) comportava, se non precisi raid chirurgici all’occidentale – che comunque non garantiscono mai l’assenza di vittime civili -, quantomeno un martellamento continuo sulle postazioni jihadiste in Siria. L’inedito asse Parigi-Mosca apre però scenari ancora più foschi per la strategia del Califfato; che, nell’ultimo anno, aveva tratto non pochi vantaggi dalle tensioni createsi tra l’Occidente e la Russia, peraltro non ancora appianate. Sul terreno, lo schieramento aeronavale messo in campo dalle 2 potenze appare formidabile; e, soprattutto, destinato ad alimentare un’offensiva prolungata e martellante, proprio in un momento che vede delinearsi anche a terra un più energico impegno delle forze impegnate contro l’ISIL sul fronte iracheno, in Siria, e col profilarsi di un intervento (seppur “mirato”) dell’Esercito Turco. Schierando per la seconda volta contro l’ISIL la DE GAULLE, ma questa volta contro il suo cuore siriano, Hollande ha aumentato di molto la forza impegnata nella massiccia campagna aerea lanciata all’indomani degli attacchi di Parigi. La DE GAULLE è l'unica portaerei a propulsione nucleare al di fuori degli Stati Uniti ed ha un dislocamento a pieno carico di circa 40.000 t. La nave può operare con 12 caccia multiruolo RAFALE-M e 9 velivoli da attacco al suolo SUPER ETENDARD. Senza contare che la DE GAULLE imbarca un paio di aerei radar E-2C HAWKEYE, assetti preziosi in uno spazio aereo sempre più affollato dopo l’intervento russo e visto anche il ripetersi di raid israeliani in Siria. Il resto della componente aeromobile imbarcata è composta da elicotteri per le operazioni di ricerca e recupero e per l'early warning. La nave è difesa da missili superficie-aria a corto raggio ASTER 15 e missili superficie-aria a cortissimo raggio MISTRAL. La portaerei è scortata dal caccia antiaereo PAUL CHAVALIER, da 4 fregate (anche inglesi, belghe e australiane), da un rifornitore e un sottomarino a propulsione nucleare classe RUBIS. Il dispositivo russo è invece su 3 livelli: il primo comprende una task force che pencola lungo le coste siriane facendo capo alla base di Tartus con 5 unità, compreso l’incrociatore lanciamissili MOVSKA, cui si congiungeranno provenienti dalla Flotta del Baltico un cacciatorpediniere classe UDALOY e una corvetta. Un secondo dispositivo, dispiegato nel Mediterraneo Orientale, comprende invece 5 sottomarini, compreso il già citato ROSTOV, mentre il 20 novembre sono tornate a colpire dal lontano Mar Caspio le unità della locale flottiglia equipaggiate con missili cruise KALIBR-NK, con una nuova “bordata” di 18 ordigni lanciati dalla fregata leggera DAGHESTAN e da 2 modernissime corvette classe BUYAN-M, le stesse impegnate lo scorso 7 ottobre. Navi di taglia ben diversa dalle unità impiegate dalle flotte occidentali per azioni con missili cruise. L’aver lanciato l’operazione da un teatro operativo “marginale” come il Caspio, poi, rappresenta non solo una nuova esibizione di muscoli da parte di una Marina fino a 10 anni fa considerata un ammasso di scafi rugginosi, ma anche un bel biglietto da visita per l’industria naval-militare russa.