RIVISTA ITALIANA DIFESA
L’Europa c’è: 90 miliardi per l’Ucraina e debito europeo 19/12/2025 | Pietro Batacchi

Finalmente una grande notizia. Quando tutto sembrava perduto, a tarda notte il Consiglio Europeo ha trovato l’accordo per un prestito da 90 miliardi all’Ucraina.

I soldi garantiranno a Kiev la possibilità di soddisfare le esigenze finanziarie più stringenti per il 2026 e il 2027 e di poter proseguire la guerra contro Mosca: senza questo prestito, c’era il rischio concreto che la macchina bellica ucraina potesse fermarsi entro giugno.

Si tratta di un accordo politico fondamentale, che segnala la vitalità dell’UE, quando tutti la davano per decotta, e che ne conferma l’impegno a fianco dell’Ucraina come principale alleato e supporter. Insomma, il Presidente Putin è avvertito: la sua strategia dell’attrito/esaurimento troverà anche nel 2026 e 2027 “frizione” e “resilienza” dall'altra parte. Ma ce n’è anche per Trump, la cui considerazione delle Istituzioni europee è ben nota: Bruxelles ha dimostrato di essere un attore, politico.

Il dato rilevante è che i soldi del prestito arriveranno dal mercato, ovvero da bond europei garantiti dai margini del bilancio comunitario. Gli assett russi congelati in Euroclear, dunque, non verranno toccati. Di fatto, l’UE ha compiuto l’unica scelta realistica, quella più sostenibile e meno rischiosa da un punto di vista tecnico e giuridico, con buona pace del Cancelliere Merz e dei cosiddetti frugali, che continuano a non voler sentir parlare di debito europeo. Ma tant’è, questa è un’epoca in cui certe ortodossie finanziarie lasciano il tempo che trovano, anzi, non hanno proprie ragion d’essere: il mondo è profondamente cambiato rispetto a 20 anni fa e se l’UE vuole veramente crescere deve darsi anche debito e fiscalità comuni. L’economia oggi è strategia e non più (solo) free trade e de-regulation.

La linea italiana ha alla fine avuto la meglio: bene così. Secondo la Presidente Meloni ha “prevalso il buon senso”. In realtà, c’è qualcosa di più. C’è una scelta politico-strategica chiara, che dimostra come l’UE può andare oltre il suo tradizionale ruolo di potenzia economica e civile. Finalmente.

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