RIVISTA ITALIANA DIFESA
Fincantieri, ecco il Piano Industriale 2026-2030 16/12/2025 | Redazione

Oggi, 16 dicembre, il Consiglio di Amministrazione di Fincantieri ha approvato il Piano Industriale 2026-2030, che definisce le direttrici strategiche del Gruppo per il prossimo quinquennio. L’obiettivo centrale, come sottolineato dall’AD Pierroberto Folgiero, è il raddoppio della capacità produttiva nei cantieri italiani, con priorità al comparto Difesa, affiancato da un rafforzamento competitivo nei segmenti civile e offshore, e dal consolidamento del ruolo dell’azienda nel dominio underwater, con una proiezione decisa verso i mercati internazionali.

Il potenziamento della capacità produttiva, si legge, è finalizzato a intercettare e “sfruttare” l’aumento strutturale degli investimenti nel settore della Difesa, anche nell’ambito dei programmi europei (sotto il cappello, ad esempio, di iniziative quali ReArm EU/Defence Readiness 2030). Secondo le proiezioni di Fincantieri, il budget globale della Difesa allocato dai Governi raggiungerà nel 2030 i 2,93 trilioni di dollari, con una crescita del 18,6% rispetto al 2025 (2,47 trilioni). Tale espansione si tradurrà quindi, verosimilmente, anche in una domanda crescente di nuove unità navali: in questo senso, l’azienda intende confermarsi come partner di riferimento non solo per la Marina Militare italiana, ma anche per altre Marine a livello mondiale, con un focus strategico su Medioriente e Sud-Est asiatico (obiettivo, quest’ultimo, in linea con le attività produttive e commerciali portate avanti dall’azienda negli ultimi anni).

Tra i pilastri del Piano figura il comparto Underwater, ambito in cui l’azienda ha consolidato la propria leadership attraverso l’acquisizione, nel 2025, della linea di business di Leonardo Underwater Armaments & Systems (UAS, ex WASS Whitehead Alenia Sistemi Subacquei), le cui attività sono state conferite alla società WASS Submarine Systems (interamente controllata, appunto, da Fincantieri). In questo settore, l’azienda sottolinea la necessità di portare avanti una cooperazione sistemica con altre realtà industriali e PMI nazionali per garantire un presidio completo della filiera e rispondere alla crescente domanda di cui sopra. Il mercato globale di riferimento per il segmento underwater è, infatti, stimato in forte crescita ed è previsto raddoppiare nel periodo 2026-2030 da circa 22 miliardi di euro a 43 miliardi di euro. In ambito Difesa, la crescita sarà trainata sia dal business convenzionale (navi, sottomarini, effettori e sonar), sia dall’ampliamento della domanda di soluzioni per missioni di contromisure mine, ISR e ASW, in risposta a minacce sempre più ibride e multi-dominio.

Un ulteriore asse di sviluppo riguarda la digitalizzazione dei processi e dei prodotti, con l’obiettivo di una convergenza sempre più stretta tra “nave fisica” e “nave digitale” a supporto di un’evoluzione del modello produttivo verso standard di efficienza, controllo e simulazione avanzati. Tutto questo, ovviamente, è reso possibile grazie all'ausilio di tecnologie disruptive e abilitanti quali l'intelligenza artificiale, il digital twin, gli algoritmi e i software per l'automazione dei processi e, in generale, alla robotica avanzata e di precisione.

Nel Piano è inoltre delineato un impegno significativo nell’innovazione dei sistemi di propulsione, con un focus sulle soluzioni energetiche di nuova generazione: dai carburanti puliti all’idrogeno, fino alle tecnologie nucleari, indicate come elemento chiave per la sostenibilità e (soprattutto…) per l’autonomia energetica delle future unità navali.

Il Piano Industriale prevede complessivamente oltre 50 miliardi di euro di nuovi ordini attesi nel periodo 2026-2030. Per il 2030, Fincantieri stima ricavi pari a circa 12,5 miliardi di euro e un EBITDA di 1,25 miliardi (con un ottimo margine del 10%).

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