
A quanto risulta a RID, la Difesa francese avrebbe comunicato formalmente le proprie perplessità circa il programma EURODRONE, per lo sviluppo e la realizzazione di un nuovo drone super-MALE bimotore. Programma, ricordiamolo, che ha superato qualche settimana fa la Critical Design Review, che significa “luce verde” per la produzione del primo prototipo.
Le ragioni addotte dalla Francia per motivare la propria decisione riguarderebbero i costi eccessivi e la necessità di una razionalizzazione degli investimenti, in un momento molto delicato per Parigi, alle prese con la necessità di tagliare la spesa per fermare la sostenuta crescita del deficit e del debito pubblico.
In realtà, la Francia non ha mai amato l'EURODRONE, a cominciare dalla sua formula bimotore, imposta dai Tedeschi, dal suo design tradizionale e dalle eccessive dimensioni, mentre adesso c’è anche l’esigenza di puntare forte sul gregario del RAFALE, e del futuro SCAF/RAFALE 2.0, presentato in pompa magna all’ultimo Paris Air Show. Poi, chiaramente, anche l’EURODRONE ha risentito della guerriglia scatenata da Dassault e da Éric Trappier – mai un’azienda privata di questa dimensione ha avuto un’influenza così forte su un governo nella storia – contro lo SCAF, programma ormai boccheggiante.
Con l’uscita francese, cosa accadrà dunque all’EURODRONE? I Tedeschi hanno già detto di voler andare avanti. Bene, e l’Italia?
Per l’Italia siamo di fronte a una grande opportunità: prendersi una parte delle quote francesi e portare a casa lavoro in più. L’EURODRONE, del resto, rappresenta una sorta di mini-GLOBAL HAWK turboelica, l’ideale complemento di un velivolo da pattugliamento marittimo (MPA). I 6 MPA che vuole acquistare la Difesa italiana sono pochi, per cui ben venga l’EURODRONE, un “bestione” da 13 t che può rimanere a lungo in aria a (ben...) oltre 30.000 piedi (più di 9.000 m) di quota e pattugliare ampie porzioni di mare e terra con la sua avanzata sensoristica.
Il radar, ricordiamolo, fa parte dello share italiano ed è prodotto da Leonardo. Non solo: l’EURODRONE potrebbe benissimo operare come “madre” per droni più piccoli, armati con armi standoff, standosene ben al di fuori delle “bolle” A2/AD. Oppure, in un potenziale scenario di cessate il fuoco in Ucraina, potrebbe monitorare la linea di separazione di fatto da quote di sicurezza.
Insomma, l’uscita di Parigi potrebbe rivelarsi una buona opportunità per Roma.
(In foto, un mock-up in scala reale dell'EUROMALE esposto al Paris Air Show 2025. Fonte: Airbus)
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