
Il 25 marzo 2025 il South China Morning Post ha pubblicato la notizia di un nuovo sistema subacqueo cinese descritto testualmente come in grado di tagliare i cavi sottomarini per la trasmissione dati a prescindere dal loro livello di protezione o dalla quota di posa.
L’articolo prosegue sottolineando come si tratti della prima volta in cui un Paese ha ufficialmente rivelato la disponibilità di una simile capacità, in grado di interrompere i network subacquei mondiali, potendo provocare – prosegue l’articolo – uno sconvolgimento tra le potenze marittime.
Tale sistema consente di operare a 4.000 m di profondità, ed è stato specificatamente progettato per essere integrato su mini-batiscafi con equipaggio, come il FENDOUZHE (10.000 m) e lo STRIVER (10.000 m), o i veicoli subacquei HAIDOU (11.000 m, in foto). Questi ultimi sono mezzi ibridi, definiti ARV (Autonomous Remotely-controlled Vehicle) in quanto possono operare sia come ROV tradizionali che come AUV, grazie alla sola presenza di un cavo in fibra ottica per la trasmissione dei dati.
Lo strumento per tagliare i cavi è basato su una sega rotante diamantata da 152 mm e un braccio che tiene fermo l’oggetto da tagliare (“grabber”), per evitare che il veicolo subisca una coppia destabilizzante. Esso viene descritto come in grado di tagliare cavi “corazzati”, realizzati con strati di gomma, polimeri e acciaio, con diametri di circa 60-70 mm. L’articolo afferma che, nonostante lo strumento sia stato creato per impieghi commerciali (attività di lavoro subacqueo e recuperi ad alta profondità), possiede una capacità dual-use che dovrebbe far squillare i campanelli d’allarme nelle altre Nazioni. Ad esempio, prosegue l’articolo, grazie alla capacità di recidere i cavi in prossimità di punti strategici come Guam, che è il punto focale delle infrastrutture militari statunitensi (la cosiddetta “seconda catena di isole”) per contenere la Cina, potrebbe destabilizzare le comunicazioni durante una crisi geopolitica.
A profondità superiori ai 2.000 m i cavi non vengono mai interrati, rendendo molto più semplice ed economico l’intervento di posa (ma anche quello di taglio…).
Lo strumento è stato a sua volta oggetto di una peer-review e di successiva pubblicazione sulla Rivista di Ingegneria Meccanica Cinese. Questa capacità è stata sviluppata dal China Ship Scientific Research Centre (CSSRC), congiuntamente al Laboratorio Statale per Veicoli Subacquei a Quota Profonda. Da notare che il CSSRC è il dipartimento di ricerca di CSSC, cioè la più grande azienda di cantieristica mondiale, che costruisce anche navi militari, e il CSSRC opera anche in campi prettamente militari (veicoli subacquei e resistenza alle esplosioni).
Moltissimi siti hanno ripreso e diffuso la notizia, tuttavia, c’è un’osservazione da fare.
Questa capacità è in realtà disponibile da tempo. Sistemi di taglio subacqueo sono in grado di tranciare con il sistema della sega circolare diamantata oggetti ben più resistenti di un cavo per comunicazioni, come catene d’ancora, gambe di piattaforme petrolifere offshore e anche scafi di navi affondate. Oggi si impiegano ROV con alimentazione elettrica (batterie di nuova generazione e, per quote minori, alimentazione con cavo ombelicale), e il motore dell’utensile di taglio è realizzato con uno statore interno (impermeabilizzato con resina resistente a pressioni molto elevate) e un rotore esterno con magneti permanenti al neodimio.
La società francese IFREMER (di proprietà statale), aveva utilizzato il ROV EPAULARD, realizzato da ECA e capace di operare a 6.000 m di profondità, già nel 1987 (!), durante le ricerche del DC-9 di Ustica.
Più recentemente, la Marine Nationale Francese ha ordinato una coppia di veicoli capaci di operare a 3.000 m (un ROV e un AUV), in consegna quest’anno, e un’altra coppia per operazioni a 6.000 m, con un’ulteriore coppia da 3.000 m in consegna nel 2028. La Marina Militare italiana, invece, ha ordinato veicoli da 3.000 m HYDRONE-D di Saipem, con capacità ibrida (ROV con cavo, ROV con comandi acustici, AUV), mentre la Russia impiega 2 piccoli batiscafi con equipaggio (RUS e KONSUL) da 6.000 m, utilizzando come nave-madre la YANTAR.
Dobbiamo quindi domandarci perché un quotidiano cinese abbia pubblicizzato una prestazione che nel mondo delle attività offshore era già nota da tempo, come se si trattasse di una novità. Una prestazione che viene addirittura “certificata” da una pubblicazione ufficiale come la Rivista di Ingegneria Meccanica Cinese. Ricordiamo che in Cina le notizie importanti non escono senza aver avuto un imprimatur da parte del governo.
È quindi probabile, visto che in queste fonti si parla esplicitamente dell’interesse militare dello strumento per tagliare cavi di comunicazione, che si tratti di un messaggio di deterrenza in ambito Hybrid Warfare (“Tre Guerre”, secondo la dicitura cinese). Qualcosa tipo “abbiamo questa capacità, e se necessario potremmo impiegarla per creare gravi problemi, sia economici che militari; quindi pensate bene alle conseguenze, prima di portare avanti iniziative sgradite”.
Come dice il proverbio “Uomo avvisato, mezzo salvato”…
(Si ringrazia il Com.te Antonio Bottiani per la consulenza durante la redazione di queste note)
(Sopra: la sega rotante diamantata da 152 mm. Sotto: il veicolo subacqueo HAIDOU)
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