RIVISTA ITALIANA DIFESA
Il mission-command nelle operazioni multidominio e multidimensionali - Una riflessione sulle problematiche del comando e controllo 03/04/2025 | Primo Corazza

Lo scenario che ci presenta il conflitto Russo-Ucraino è quello di una guerra antica, ma combattuta con il ricorso a tutte le tecnologie che sono oggi disponibili.

Tra queste, hanno assunto grande importanza i droni, le munizioni circuitanti e i missili, che hanno esteso il raggio d’azione delle unità, dal livello tattico a quelli operativo e strategico. Queste armi, unitamente all’utilizzo dei nuovi domini spaziale, cyber e subacqueo, e alle operazioni nella dimensione cognitiva, hanno radicalmente cambiato i conflitti.

In sintesi, assistiamo ad un livello di complessità delle operazioni mai visto prima, con caratteristiche esponenziali dovute anche alla contrazione del parametro tempo, insito nella dimensione cyber, alla trasparenza del campo di battaglia, conseguenza della molteplicità dei sensori, sia classici che basati su satelliti, e alla possibilità di generare con sistemi d’arma relativamente semplici e a basso costo, molteplici effetti sui citati livelli operativo e strategico.

Tutto questo richiede un approccio nuovo allo sviluppo dei sistemi di comando e controllo, che devono mettere insieme la gestione della complessità con la semplicità di utilizzo e la ricerca di un processo decisionale rapido ed efficace nelle fasi di pianificazione e di condotta della manovra nel suo complesso.

Se il cuore della fase di pianificazione è l’individuazione del centro di gravità avversario e della migliore manovra delle forze e degli effetti per eliminarlo, il core della fase di esecuzione sono le misure di coordinamento, ovvero quelle predisposizioni che si mettono in atto per consentire ai dispositivi amici di sincronizzarsi e, nel contempo, evitare di intralciarsi o, peggio, danneggiarsi reciprocamente, fino al limite di provocare vittime da fuoco amico.

Tali misure, in larga misura, riguardano l’utilizzo dello spazio, con l’individuazione di linee di riferimento, aree delimitate e corridoi, che possono essere utilizzati o meno in certi intervalli di tempo. Si tratta, quindi, di un sistema dinamico, influenzato sia dalla manovra amica che da quella posta in essere dall’avversario, e dagli effetti che queste generano l’una sull’altra. Se tutto ciò lo calate nel moderno contesto multidominio e multidimensionale - che, da un lato, presenta interazioni talmente profonde tra i diversi domini/dimensioni da renderli difficilmente delimitabili e distinguibili e, dall’altro, modifica profondamente i limiti e la percezione dei parametri spazio e tempo fino a sottrarsi ad essi - è evidente che servono nuovi metodi e nuovi strumenti di pianificazione e di condotta delle operazioni.

Una comune risposta può darla il ricorso all’intelligenza artificiale e alla quantistica, affidando a queste: in pianificazione, l’elaborazione delle possibili manovre e il confronto tra le stesse in termini di efficacia; in condotta, la gestione delle misure di coordinamento. Ciò richiede un unico centro di raccolta e di elaborazione delle informazioni, sia di quelle amiche sia di quelle sull’avversario - ridondato per questioni di sopravvivenza del sistema – come risposta alla complessità e alla crescente dinamicità del nuovo ambiente operativo.

Ma non solo; se si vuole lasciare ai singoli Comandanti di ogni livello, ivi compreso il tattico, la necessaria libertà d’azione per reagire all’imprevisto, ovvero sfruttare le finestre di opportunità che si materializzano, è necessaria la presenza di un unico regista, a livello di CJTF (Combined Joint Task Force), in grado di verificare in real time se l’azione che si vuole porre in essere interferisce o meno con altre in corso e, in caso ciò avvenga, porre al corretto livello di comando l’alternativa go/no-go. Si pensi anche, ad esempio, al processo di targeting: siamo sicuri che il Posto Comando appena individuato da un drone armato in dotazione ad un’unità tattica possa essere distrutto senza compromettere un’operazione CEMA in corso a livello operativo? Come saperlo nel pochissimo tempo disponibile prima che il drone venga individuato e abbattuto? Altro esempio può essere fatto in campo logistico: come possiamo indirizzare a domicilio, fino al più basso livello ordinativo, ciò che serve, nel giusto momento, garantendo anche l’indispensabile dispersione spazio-tempo del dispositivo logistico? Come farlo senza interferire o rallentare la manovra tattica? Come utilizzare efficacemente il sistema per la mobilità complessivamente disponibile?

Tutto ciò si può fare solo con un sistema di comando e controllo che utilizzi le potenzialità dell’intelligenza artificiale e del calcolo quantistico. È necessario, pertanto, superare l’attuale tendenza a sviluppare e introdurre in servizio sistemi specializzati di comando e controllo che, pur gestendo efficacemente un aspetto della manovra, come la gestione dello spazio aereo, ovvero del fuoco – e si potrebbe continuare pressoché all’infinito – non danno risposta all’approccio per sistema dei sistemi, che è la vera sfida. Peraltro, l’integrazione di più sistemi complica il problema tecnico e crea pericolosi punti di vulnerabilità per attacchi cyber.

Nell’ambiente operativo moderno, multidominio e multidimensionale, solo la centralizzazione del controllo, per paradosso, può favorire e sfruttare le potenzialità del decentramento del comando, declinando in chiave moderna il principio del mission-command.

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