Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno riferito che stanotte Israele e i suoi alleati hanno intercettato la "maggioranza" dei missili balistici iraniani (75-80%, secondo le varie stime disponibili).
Le IDF hanno indicato che solo un piccolo numero di missili ha toccato terra, con impatti che si sono registrati nelle regioni centrali e meridionali di Israele. Il consigliere per la sicurezza nazionale statunitense Jake Sullivan ha definito l'attacco iraniano "debellato e inefficace".
Come abbiamo riportato questa notte, l'attacco iraniano, annunciato da fonti di intelligence statunitensi 2 ore prima, ha visto il lancio di un mix di 180/200 missili balistici a medio raggio (MRBM, tra cui QADR-F/H, DEZFUL, KHEYBAR SHEKAN 1/2, e sembrerebbe anche il quasi ipersonico FATAH) contro il territorio dello Stato Ebraico. L'operazione è stata battezzata TRUE PROMISE 2.
Per Gerusalemme, la difesa del territorio contro le minacce balistiche deve essere realizzata attraverso una complessa strategia politico-militare, di cui la difesa missilistica è un aspetto chiave, ma non l'unico.
Il primo livello della difesa di Israele è rappresentato da misure strategiche proattive come l'interdizione politica, economica e, se necessario, militare della capacità dell'avversario di mettere in campo una minaccia balistica concreta contro il territorio israeliano. Questo spiega alcune forti posizioni di politica estera (Libano, Siria, Iran, Sudan, ecc.) e i frequenti raid aerei preventivi su vari obiettivi in Medio Oriente e in Africa, praticamente in ogni periodo storico, non sempre nel quadro delle attuali ostilità.
Il secondo, di natura tattica, consiste nella capacità militare di reagire a un attacco missilistico attraverso due famiglie di strumenti: la controinterdizione aerea, che riduce il più possibile la minaccia, e la difesa missilistica multistrato. Infine, il terzo riguarda la resistenza passiva agli attacchi, con rifugi appositamente attrezzati e la preparazione di piani operativi specifici per proteggere la popolazione.
Israele considera il suo sistema integrato di difesa aerea e missilistica (IAMD) come parte delle sue forze strategiche. Il cuore del sistema è l'HOMA (Muro), una rete ABM (Anti-Ballistic Missile) a livello nazionale basata sui sistemi ARROW-2, ARROW-3 e DAVID'S SLING e sui relativi sensori, integrata da ulteriori capacità generali di early warning. HOMA comprende anche le 10 batterie IRON DOME (terrestri) e le 5 C-DOME (navali) contro razzi non guidati e missili a corto raggio, che non sono state impiegate durante l'attacco missilistico della scorsa notte.
Tre batterie di ARROW-2 sono operative a Palmachim (una decina di chilometri a sud di Tel Aviv) e Ein Shemer (nei pressi di Hadera) ottimizzate per il contrasto degli MRBM (Medium Range Ballistic Missile). Il sistema ARROW-3, sviluppato da IAI e Boeing nell'ambito di un programma di cooperazione con gli Stati Uniti, ha raggiunto la capacità operativa iniziale (IOC) nel gennaio 2017 e si occupa principalmente del contrasto degli LRBM (Long Range Ballistic Missile), ma può anche servire da back-up per l’ARROW-2. Almeno una batteria è in servizio, ma alcune fonti riferiscono che potrebbero essere attive fino a 3 batterie. Inoltre, sono in corso le attività di sviluppo di un ulteriore sistema annunciato come ARROW-4 e dedicato al contrasto dei glider ipersonici.
Le prime 2 batterie ARROW-2 impiegano il radar AESA, in banda L, ELM-2080 GREEN PINE, accreditato di un raggio d'azione di 500 km, mentre le successive batterie ARROW-2 e ARROW-3 sono dotate del migliorato ELM-2080S SUPER GREEN PINE, accreditato di un raggio d'azione di 800-900 km. Ogni ELM-2080/ELM-2080S può tracciare diverse decine di bersagli che viaggiano ad alta velocità.
L’articolo completo, con tutti i dettagli sulla complessa architettura IAMD multistrato israeliana, sarà pubblicato su Risk&Strategy WEEKLY 33/24 in uscita venerdì 4 ottobre.