RIVISTA ITALIANA DIFESA
NGAD, l’USAF ricomincia da capo 09/09/2024 | Pietro Batacchi

Dopo le voci degli scorsi mesi circa una possibile cancellazione del programma NGAD (Next Generation Air Dominance), per il sistema di combattimento aereo del futuro basato sul caccia di Sesta Generazione, l’USAF, per bocca del Vice Capo di Stato Maggiore, Gen. James Slife, ha annunciato un radicale cambiamento e una revisione dei requisiti.

Al momento non ci sono ulteriori dettagli, ma l'obbiettivo dell’USAF è rifocalizzare la sua iniziativa sul sistema di combattimento in generale e su come questo nel suo complesso, con tutte le sue componenti, può eseguire le missioni richieste. Il nodo (non detto) di tutta la questione è molto semplice: la sostenibilità e i costi della core platform, cuore di tutto il sistema.

Dopo il ritiro di Nortrhop Grumman, sul caccia pilotato del NGAD stanno continuando a lavorare Boeing e Lockheed Martin, con dei dimostratori che in gran segreto stanno volando ormai da tempo. Ad oggi si parla di un costo del caccia stimato “a pezzo” in 250 milioni di dollari. Un costo che non è sostenibile neanche per la ricchissima USAF, tenendo conto di 3 elementi: la concomitanza di altri programmi (B-21 RAIDER, F-35, ICBM SENTINEL), la non esportabilità, e gli oneri futuri di ciclo vita che, date le tecnologie a la “delicatezza” degli apparati, rischiano di essere altrettanto esorbitanti.

Dunque, l’USAF sta facendo marcia indietro andando a cercare un equilibrio più sostenibile tra prestazioni e costi, e tra tutte le componenti del NGAD. La core platform potrebbe essere meno ambiziosa, per essere peraltro anche esportabile, con un’enfasi minore sulla costosissima bassa osservabilità e, invece, un focus maggiore sulla capacità di analisi dati e di coordinamento. Non è un caso che l’USAF abbia accelerato sui CCA (Collaborative Combat Aicraft), ovvero sui gregari/adjunct destinati ad operare con il caccia pilotato del NGAD e pure con l’F-35.

Anduril e General Atomics stanno sviluppando l’Increment 1 dei CCA e l’USAF dovrebbe compiere la sua scelta tra le 2 aziende nel 2026. Nel contempo si sta lavorando sui requisiti dei CCA Increment 2. Insomma, anche la sofisticatissima Aeronautica Americana sembra decisamente orientata alla ricerca del giusto mix tra iper-sofisticazione e massa/ridondanza per affrontare al meglio gli scenari peer e near peer. L’Ucraina, ma anche la guerra in Medioriente, insegnano: la massa ha una sua...qualità.

Questa è una lezione che anche noi in Europa dovremmo tenere bene in conto. Sviluppare una core paltform del GCAP e dello SCAF da 200 e passa milioni di euro non è pensabile. O meglio, lo si può fare, ma si andrebbe dritti, dritti a sbattere contro un muro.

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