RIVISTA ITALIANA DIFESA
Medioriente, sempre sull'orlo della guerra regionale 06/09/2024 | Carolina Paizs

Sono passati ormai 11 mesi dal 7 ottobre 2023, giorno dell’attacco perpetrato da Hamas contro il territorio dello Stato Ebraico, che ha dato il via alla tragica invasione della Striscia di Gaza e che ha trasformato buona parte della Mezzaluna Fertile in una vera e propria polveriera. Nonostante l’intensità degli scontri sugli altri fronti del conflitto sia stata sicuramente di dimensioni ridotte rispetto a quella registrata nel corso delle operazioni terrestri nella Striscia, le ostilità – per usare un eufemismo – al confine con il Libano e quelle con la rivale Repubblica Islamica hanno, più volte, minacciato di espandersi e di innescare gravi escalation; l’ultima volta, proprio un mese fa.

Nella sola giornata dello scorso 30 luglio, Tel Aviv ha alzato di molto la posta in gioco su entrambi i fronti, mettendo nuovamente in pratica la propria strategia di “uccisioni mirate”, ormai consolidatasi nel corso del conflitto. In pratica, tale strategia ha visto, per tutti questi mesi, le forze israeliane eliminare, attraverso (tendenzialmente) raid di precisione, diversi funzionari tra le più alte cariche del Partito di Dio, di Hamas e dei Pasdaran non solo in territorio libanese, siriano e iracheno, ma anche iraniano. Nella succitata occasione, lo ricordiamo, Israele ha condotto, prima, uno strike aereo su Haret Hreik – uno dei quartieri della periferia sud della capitale libanese e storica roccaforte del Partito di Dio – nel corso del quale è stato eliminato Faud Shukr, considerato il leader militare più importante di Hezbollah e braccio destro dello stesso Hassan Nasrallah, e, successivamente, ha ucciso a Teheran – in circostanze ancora poco chiare – il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh. Nel corso di quest’ultimo mese, quindi, non si è attesa altro che la risposta della Repubblica Islamica all’operazione: come più volte sottolineato dallo stesso Ayatollah Khamenei, infatti, a seguito del raid sull’ambasciata iraniana a Damasco del 1° aprile 2024 – “provocazione”, aggiungeremmo, di gran lunga inferiore all’uccisione di un leader di Hamas nella capitale nel giorno dell’insediamento del nuovo Presidente Masoud Pezeshkian – ogniqualvolta il territorio iraniano fosse stato attaccato direttamente, Teheran non avrebbe esitato a rispondere. Se, per adesso, la rappresaglia iraniana non è stata tuttavia ancora messa in atto, chi ha risposto al colpo è stato invece il Partito di Dio, che lo scorso 24 agosto ha condotto un attacco impiegando un numero imprecisato di razzi (si stima tra i 200 e 300, secondo fonti di entrambi gli schieramenti), nonché una ventina di droni kamikaze contro 11 diversi siti delle IDF basati nel nord di Israele.

Nonostante il continuo rischio di un allargamento del conflitto, per adesso, lo scenario di guerra su larga scala è stato evitato, e questo perché entrambe le parti non hanno le capacità materiali di aprire un nuovo fronte. Dal canto suo, Hezbollah, nonostante l’ingente arsenale di razzi di cui è dotato – utilizzato in maniera circoscritta nel corso degli ultimi mesi – è perfettamente consapevole dei rischi di un conflitto aperto con Israele, nonché dell’impopolarità di questo scenario tra la società e l’opinione pubblica libanese, preoccupata dell’aggravarsi della crisi politico-finanziaria che già affligge il Paese da diversi anni. Israele, d’altra parte, non è di certo immune alle conseguenze di una guerra che sta impegnando, ormai da un anno, risorse militari rilevanti sui diversi fronti e che sta, pian piano, logorando l’economia israeliana. Nonostante, infatti, Israele abbia dichiarato, la scorsa primavera, il ritiro della quasi totalità dei propri reparti presenti nel centro e nel sud della Striscia di Gaza – dopo essersi ritirato, a cavallo tra la fine e l’inizio dell’anno, dal settore nord – le attività dei miliziani di Hamas e degli altri gruppi palestinesi non si sono mai completamente “spente” e hanno costretto Tel Aviv a “tornare” e ad intervenire più volte in diversi quartieri della Striscia attraverso operazioni mirate. 

L'articolo completo, con tutti i dettagli e gli approfondimenti, sarà pubblicato a breve su Risk&Strategy WEEKLY 29/24, in uscita questo pomeriggio. 

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