RIVISTA ITALIANA DIFESA
L'UCAV turco AKINCI in Libia 06/09/2024 | Andrea Mottola

Dallo scorso 15 luglio sono stati almeno 2 gli avvistamenti in Libia di un UAV pesante Baykar AKINCI. Il primo è avvenuto proprio il 15 luglio, durante la visita del CSMD turco, Gen. Gurak, a margine dell’incontro avvenuto a Misurata con il PM del Governo di Unità Nazionale Dbeibah.

Nelle riprese video che mostrano il passaggio in rassegna del personale militare libico da parte del Gen. Gurak (vedi foto), si vede chiaramente la coda di un AKINCI con insegne libiche all’interno di un hangar chiaramente nuovo. Il secondo avvistamento è stato certificato 2 giorni dopo, quando sono state pubblicate immagini satellitari che ritraggono un AKINCI presso l’area meridionale dell’aeroporto di Misurata – zona più volte associata alle operazioni della flotta di droni TB2 BAYRAKTAR libici - nonché la presenza di nuove infrastrutture di supporto alle operazioni UAV, tra cui il suddetto hangar di nuova costruzione e di dimensioni adatte ad accogliere i 20 m di apertura alare degli AKINCI, una nuova area di parcheggio al suo esterno, e una via di rullaggio che unisce quest’ultima e l’hangar con la pista. Peraltro, altre immagini pubblicate il 18 luglio, mostrano simili interventi di allargamento e sviluppi infrastrutturali presso l’aeroporto tripolino di Mitiga, anch’esso frequentemente utilizzato come base dei TB2, sebbene non risultino elementi chiari che possano certificare la presenza di AKINCI, o la capacità di ospitarli.

Dalle poche immagini disponibili, nello specifico da quelle della visita del Gen. Gurak, si può ipotizzare che l’AKINCI presente in Libia sia nella variante "A", equipaggiata con 2 motori turboalbero AI-450T da 450 CV ciascuno. Rispetto ai più diffusi UAV medi armati TB2 BAYRAKTAR, circa una trentina dei quali acquisiti nel 2019/2020 dalla Libia e utilizzati in diverse occasioni (seppur con almeno 20 perdite), l’AKINCI rappresenta una piattaforma di categoria superiore in termini di peso, di prestazioni (velocità, autonomia, tangenza) e, soprattutto, di carico utile, equivalente a circa 1.450 kg rispetto ai 155 kg del TB2. Oltre al munizionamento MAM condiviso con il BAYRAKTAR, l’AKINCI è infatti in grado di trasportare bombe Mk.81/82/83/84 equipaggiate con kit di guida per aumentarne precisione e gittata, nonché di missili aria-aria e aria-sup.

Il loro utilizzo consentirà ai libici di ovviare ai limiti dei TB2 consistenti nell’incapacità di effettuare operazioni oltre la linea di vista dalle rispettive centrali di controllo a terra, elemento che ne riduce la portata effettiva. Al contrario, l’AKINCI dispone di un datalink che offre una portata maggiore nonché, come accennato, un'altitudine operativa più elevata che ne riduce la vulnerabilità rispetto alle difese missilistiche, soprattutto nei confronti di sistemi spalleggiabili.

L’acquisizione libica degli AKINCI, risalente ad un accordo firmato a Istanbul nell’ottobre 2022, rende il paese nordafricano l’8° operatore dell’UAV turco dopo Arabia Saudita, Azerbaigian, Burkina Faso, Etiopia, Kirghizistan, Pakistan e, ovviamente, Turchia. La mancata ufficializzazione del numero di velivoli in acquisizione (fonti turche parlano di diverse decine) e in consegna – probabilmente, ad oggi, sono presenti un paio di AKINCI di consegna recente (non oltre i 2/3 mesi) – creano dubbi anche sul pacchetto di armamenti con esso forniti, sebbene sia estremamente probabile la presenza di munizioni MAM con diversa tipologia di guida terminale (laser/TV/IIR) e delle suddette bombe serie Mk.8x con annessi kit di guida, se si tiene conto dei precedenti ordini da parte degli altri operatori dell’UCAV.

Oltre agli AKINCI, va ricordato che Tripoli sta acquisendo 12 addestratori/caccia leggeri HURKUS-C in base ad un accordo firmato lo scorso 19 maggio tra il CSMD dell’Aeronautica Libica, Gen. Al-Sifaw Quilt, e la Turkish Aerospace. Anche in questo caso non sono stati forniti dettagli su costi e tempistiche di consegna, ma si tratta di un’altra acquisizione che rappresenta un’ulteriore – ancorché scontata - conferma della solidità dei rapporti politici, diplomatici e militari tra Tripoli e Ankara, unite nel contrasto al cosiddetto “Esercito Nazionale Libico” guidato dal Gen. Khalifa Haftar, che controlla ancora gran parte delle aree centro orientali del Paese (il grosso della Cirenaica e parte settentrionale del Fezzan).

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