RIVISTA ITALIANA DIFESA
Tendenze e sviluppi nel settore dei corazzati 05/09/2024 | Eugenio Po

In tutto il mondo, ormai da diversi anni, il carro da battaglia (MBT, Main Battle Tank) è tornato ad essere importante. A questo rinnovato interesse hanno ovviamente contribuito pure il ritorno in auge dei conflitti convenzionali “classici” (peer e near peer) e le risultanze delle guerre in Ucraina e a Gaza. Non dimentichiamo, comunque, che le prime apparizioni del prototipo dell’MBT russo T-14 ARMATA, risalenti a quasi 10 anni fa, hanno contribuito ad un ritorno di interesse nei confronti dell’MBT anche da parte del "blocco occidentale".

Gli ultimi 20 e più anni, infatti, si erano caratterizzati per l'enfasi nei confronti dei conflitti asimmetrici e delle operazioni di stabilizzazione, situazioni nelle quali le forze medie (tipicamente ruotate) e l’uso dosato della forza l’avevano fatta da padrone. Questa tendenza, che era iniziata a partire dagli anni '90, aveva portato ad una perdita di interesse nei confronti dell'MBT, un fenomeno piuttosto generalizzato che aveva anche portato ad un enorme contrazione delle flotte di carri (soprattutto europee).

Come detto, oggi, il carro, con la rincovenzionalizzazione dei conflitti, è tornato ad essere importante anche se, alla luce delle nuove risultanze che stanno arrivando, appunto, dall'Ucraina e da Gaza, sta assumendo nuove caratteristiche e, con tutta probabilità, sarà dotato di ulteriori capacità.

In questo articolo faremo un excursus su quanto si sta sviluppando in occidente in merito ai carri, con particolare enfasi nei confronti dell'aggiornamento delle piattaforme esistenti.

I sistemi di nuova generazione, cioè l’MGCS (Main Ground Combat System) franco-tedesco e il Decisive Lethality Platform (DLP) americano, costituiti da un insieme di piattaforme, manned e unmanned, tra cui anche un nuovo MBT, stanno infatti accumulando sempre più ritardo (anche a causa di tempistiche iniziali molto ottimistiche). Per tale ragione, quindi, l’unica via percorribile è quella, appunto, dell’aggiornamento dei mezzi esistenti, che spesso prevede interventi veramente radicali che cercano di migliorare le prestazioni senza aumentare le masse (anzi tendenzialmente diminuendole).

Sostanzialmente la via seguita in Occidente cerca di ricalcare, almeno a livello architetturale (e non solo), quanto fatto dai Russi proprio con i loro carri e, soprattutto, con il T-14 ARMATA. Quindi le linee di sviluppo sono incentrate sull’introduzione del sistema di caricamento automatico e la conseguente riduzione degli uomini di equipaggio da 4 a 3. Equipaggio che viene concentrato nello scafo (altro elemento tipico dell’approccio sovietico/russo) in una cittadella corazzata compatta e quindi più facile da proteggere. Un altro elemento che (quasi) tutte le soluzioni occidentali adottano (o adotteranno) riguarda il tema delle blindature, che sono sempre più spesso un mix di soluzioni passive composite (sempre più sofisticate), mattonelle reattive e sistemi attivi (APS, Active Protection System). Ricordiamo infatti che sistemi reattivi e attivi sono storicamente soluzioni sviluppate e adottate dai Sovietici e dagli Israeliani, con l'Occidente (europeo) tendenzialmente più “freddo” verso questo tipo di tecnologie.

Nuovi, anche rispetto a quanto sviluppato da Mosca, sono invece i sistemi di lancio per missili controcarro e loitering munition, così come i sistemi di protezione hard-kill contro questo tipo di minacce, sistemi incentrati soprattutto sull’impiego di mitragliere da 30x113.

L’articolo completo è pubblicato su RID 9/24, disponibile online e in edicola.

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