RIVISTA ITALIANA DIFESA
La nuova portaerei turca 03/05/2024 | Michele Cosentino

A conferma di quanto anticipato da RID un paio di mesi fa, una visita della stampa locale all’Arsenale della Marina Turca di Istanbul, avvenuta il 24 aprile 2024, ha consentito di acquisire ulteriori e interessanti informazioni su come sarà - o potrebbe essere - la futura portaerei della Turk Deniz Kuvvetleri: all’interno del predetto Arsenale opera infatti un Ufficio Progetti che sta lavorando sulle future unità navali turche e che in occasione della visita ha mostrato alcune interessanti infografiche.

Le prime informazioni sulla futura portaerei erano state divulgate lo scorsofebbraio, in occasione della visita del Presidente Erdogan al suddetto Ufficio: all’epoca, si presumeva che la nuova unità fosse una riproduzione opportunamente ingrandita e modificata della portaeromobili ANADOLU, ossia caratterizzata da un bacino allagabile e anch’essa oggetto di una collaborazione fra soggetti pubblici e privati turchi con Navantia. Indiscrezioni successive hanno smentito queste supposizioni iniziali, e dalla visita del 24 aprile sono scaturite diverse conferme e diverse novità, prima fra tutte la gestione totale dell’impresa a cura dell’industria navale e sistemistica turca; un’indicazione questa di grande fiducia riposta sulle capacità produttive nazionali.

Come ribadito dal comandante dell’Arsenale di Istanbul, la nuova unità sarà una portaerei “pura”, con uno scafo lungo 285 m, una larghezza massima di 72 m, un dislocamento di circa 60.000 t e un’immersione superiore ai 10 m: la principale caratteristica è la presenza del ponte angolato e dello ski-jump, quest’ultimo esteso in larghezza per circa 40 m e di tipo modulare, ossia smontabile e sostituibile in modo da ottenere un ponte di volo totalmente “piatto” da prora a poppa. Comunque dotata di ski-jump nella sua configurazione iniziale, la futura portaerei turca si categorizza perciò come un’unità STOBAR (Short Take-Off But Arrested Recovery), ossia decollo corto ma con ski-jump e appontaggio tradizionale, con cavi d’arresto. La modularità dello ski-jump indica tuttavia l’intenzione della Marina Turca di dotarsi di velivoli imbarcati con prestazioni avanzate, “costretti” a impiegare catapulte, verosimilmente elettromagnetiche, per il decollo, sistemazione per cui si prevede comunque uno sviluppo di lungo termine.

Presenti invece 3 cavi d’arresto, disposti come di consueto all’inizio del ponte di volo angolato di circa 13° rispetto all’asse longitudinale della nave: la configurazione del ponte di volo vista dall’alto è assimilabile a quella di 2 rettangoli affiancati in lunghezza, di cui quello prodiero coincidente con lo ski-jump. Se confermata, è probabile che questa configurazione sia stata adottata per limitare la larghezza massima dell’unità, perché una maggiore angolazione della sezione di ponte di volo dedicata all’appontaggio avrebbe comportato un larghezza massima superiore ai 72 m, probabilmente eccessiva per le dimensioni dei bacini in muratura e galleggianti disponibili in Turchia.

L'articolo completo, con tutti i dettagli, sarà pubblicato su Risk&Strategy WEEKLY 16/24 in uscita oggi.

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