Si è svolta oggi, presso l'aeroporto militare di Istrana (TV) – sede del 51° Stormo Caccia – la cerimonia con la quale l'Aeronautica Militare ha salutato il caccia AMX, che va "in pensione" dopo 35 anni di intensa attività operativa sia in territorio nazionale che all'estero.
Alla cerimonia, presieduta dal Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Luca Goretti, hanno partecipato i vertici della Forza Armata e numerose autorità, tra cui il Ministro della Giustizia on. Carlo Nordio, il Presidente della Provincia di Treviso Stefano Marcon, il Prefetto di Treviso Angelo Sidoti e il Sindaco di Treviso Maria Grazia Gasperini; all'evento ha preso parte anche una nutrita rappresentanza del personale che, a vario titolo, nel corso degli anni, ha avuto l'opportunità di operare sull'AMX, uno dei velivoli che ha caratterizzato la storia recente dell'Aeronautica Militare e il jet aero-tattico maggiormente impiegato dalla Forza Armata nelle missioni fuori dai confini nazionali.
Nato dalla collaborazione tra l'industria aeronautica italiana e quella brasiliana, il primo AMX fu assegnato all'Aeronautica Militare nel 1989, al 103° Gruppo Volo del 51° Stormo di Istrana, per poi entrare in linea successivamente anche al 2° Stormo di Rivolto, al 3° Stormo di Villafranca e al 32° Stormo di Amendola, per andare progressivamente a sostituire i G.91R e gli F-104.
In 35 anni di servizio, con oltre 240 mila ore di volo di cui 18.500 in operazioni reali, l'AMX ha solcato i cieli di 33 nazioni, operando in otto diversi teatri operativi e nell'ambito di numerose esercitazioni internazionali, dai climi gelidi della Norvegia e del Canada alla sabbia del Kuwait. Per le sue caratteristiche di caccia leggero ed estremamente versatile - anche grazie ai diversi aggiornamenti che nel corso degli anni ne hanno implementato le capacità operative in termini di dotazioni avioniche, sensori, armamento di precisione e autonomia - l'AMX è stato un assetto in grado di effettuare un'ampia gamma di missioni al servizio del Paese e dell'Alleanza Atlantica, da quelle di interdizione e attacco al suolo, a quelle di scorta e supporto ai contingenti a terra, a quelle di ricognizione nell'ambito di missioni ISR (Intelligence, Surveillance e Recognition).
A metà anni 90 il velivolo, conosciuto anche con il nickname "Ghibli", debutta in operazioni reali sui cieli della ex Jugoslavia, poi ancora nel 1999 in Kosovo; dal 2009 al 2014 partecipa alla missione NATO ISAF in Afghanistan, uno dei teatri operativi dove è stato maggiormente impiegato, poi in Libia nel 2011 e infine in Iraq e Kuwait, dal 2016 al 2019, dove porta a termine il suo ultimo impegno all'estero nell'Operazione anti Daesh "Inherent Resolve", tuttora in corso. Importante anche il contributo in campo nazionale, dove è stato utilizzato tra l'altro in preziose missioni di ricognizione fotografica nell'ambito del supporto fornito dalla Difesa alle popolazioni colpite da gravi calamità, come ad esempio per i terremoti in Emilia Romagna e Centro Italia, per l'alluvione in Sardegna, o anche a supporto del piano di azione per il contrasto dei roghi nella Terra dei Fuochi in Campania.
"Oggi salutiamo un velivolo che ha fatto la storia dell''Aeronautica Militare", ha detto il Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, Generale di Squadra Aerea Luca Goretti. "Per noi un aeroplano non è un semplice pezzo di ferro, è parte della famiglia. Dietro questo aereo c'è un mondo sommerso di gioie e dolori, di emozioni, di persone che lo hanno gestito, manutenuto, lo hanno portato in volo - e il pensiero va a chi tra loro non è più con noi - consentendo di raggiungere risultati e mantenere standard operativi straordinari".
Ha poi concluso il Generale Goretti: "Oggi con un po' di malinconia giriamo una pagina mentre ne teniamo aperte altre. Il futuro è già qui, con le linee Eurofighter e F-35 che sono ormai la spina dorsale della componente aero-tattica della Forza Armata, con i velivoli di sesta generazione a cui stiamo già pensando concretamente e con nuove sfide e nuovi domini, come quello spaziale, che entrano sempre più a far parte del nostro quotidiano e del nostro ambiente operativo".
L'AMX è uno dei velivoli che ha accompagnato la trasformazione dell'Aeronautica Militare, un processo che dal 2020 ha visto tra l'altro la base di Istrana tornare a essere una delle basi della Difesa aerea nazionale e dove il personale ha potuto trasferire in modo graduale tutto il know how e l'esperienza maturata negli anni sulla linea Eurofighter.
Quattro velivoli ancora operativi - due monoposto e due biposto - concluderanno nelle prossime settimane la loro attività atterrando all'aeroporto di Piacenza, sede individuata per la futura realizzazione del Flying Museum dell'Aeronautica Militare, per consentire a tutti gli appassionati del mondo aeronautico e agli storici del settore di ammirare anche in futuro l'AMX e ricordarne il suo servizio per il Paese.
L'evento ha avuto inizio con il decollo di una formazione di AMX che dopo una missione di addestramento si sono ricongiunti in volo con un Tornado, un Eurofighter e un F-35, a riunire idealmente tutte le generazioni di velivoli aero-tattici attualmente in linea nella Forza Armata.
A suggellare l'evento anche la presenza della Pattuglia Acrobatica Nazionale, presente sulla base trevigana per una delle ultime sessioni di addestramento lontano dalla sede stanziale di Rivolto, in Friuli, prima dell'inizio della stagione acrobatica 2024. Un anno importante, che vedrà le Frecce Tricolori protagoniste non solo in Italia, ma anche con un tour in Nord America, dopo torneranno ad esibirsi dopo più di 30 anni dall'ultima volta.