RIVISTA ITALIANA DIFESA
Il Bataclan di Putin e l'ombra della Guerra in Ucraina 23/03/2024 | Pietro Batacchi

Il terrorismo è tornato a colpire Mosca con inaudita ferocia dopo anni. E le modalità sono state drammaticamente simili a quelle della strage del novembre 2015 al teatro Bataclan di Parigi. Ieri sera è toccato al Crocus City Hall della capitale russa: centro commerciale e centro attrazioni dove stava per esibirsi il gruppo dei Picnic. A Parigi la responsabilità fu dello Stato Islamico, nel pieno dello sviluppo della sua “campagna” di attacchi e stragi contro l’Europa. La mano che ha insanguinato Mosca potrebbe essere la stessa: stanotte è arrivata una rivendicazione dell’IS, ma ancora non ne è chiara l’attendibilità. Le modalità dell’attacco sono però tipiche dei gruppi jihadisti: l’azione brutalmente metodica, lo sparare indiscriminatamente nel mucchio, la freddezza nel ricaricare il fucile d’assalto. Il Wylaiat dello Stato Islamico in Khorasan, ISIS-K, ovvero la diramazione dell’ISIS in Asia Centrale/Meridionale, è ancora forte colpisce regolarmente in Afghanistan, ha colpito a Kerman in Iran a gennaio e in Russia può sfruttare gli appoggi ed il supporto del Wylaiat del Caucaso. Le repubbliche musulmane della Federazione russa, dalla Cecenia, al Daghestan, passando per l’Inguscezia, non sono completamente “pacificate” e l’IS mantiene ancora un’impronta in un’area da dove tradizionalmente sono arrivati tanti suoi militanti e comandanti. Ai primi di marzo, per esempio, in un blitz delle forze di sicurezza russe sono stati uccisi 6 miliziani dell’ISIS, mentre ricordiamo tutti l’allerta dell’Ambasciata americana a Mosca circa la possibilità di attentati terroristici a Mosca. Insomma, lo Stato Islamico potrebbe avere tutto l’interesse a colpire adesso la Russia per ottenere l’effetto “cassa di risonanza”: in un momento delicato della Guerra in Ucraina e a pochi giorni dalla “trionfale” rielezione di Putin. Ebbene, proprio per il Presidente russo, il Crocus è uno smacco enorme, che ne offusca l’immagine e che rovina la “festa” per il successo del 17 marzo. Si sa, però, che come accaduto anche in passato, Putin usa questi episodi per compattare ancora di più il fronte interno dietro di sé e reagire in maniera ancor più dura. Dove? Come? Ecco, adesso, la grande questione è questa. Bisognerà, infatti, capire quanto il Cremlino vorrà legare il Crocus all’Ucraina, che per bocca dello stesso Zelensky ha subito negato qualunque coinvolgimento con l’attacco, che tipo di manipolazione ci sarà e che tipo di narrazione verrà costruita. I segnali che arrivano da Mosca non sono buoni: sui Telegram filorussi si è parlato subito di mano esterne dietro l’attentato ed ecco nominare lo SBU, l’intelligence di Kiev, e il GUR, l’intelligence militare, ed i loro legami con gruppi russi anti-Cremlino. E poi il continuo riferimento all’allerta dell’Ambasciata americana a Mosca. La notizia peggiore è arrivata però poco fa: nella regione di Bryansk, vicino al confine con l’Ucraina, sarebbe stata fermata la Renault bianca con a bordo 4 terroristi del Crocus. Due sarebbero stati arrestati e 2 sarebbero in fuga. A bordo dell’auto armi e passaporti del Tajikistan. L'FSB, l'intelligence interna russa, avrebbe dichiarato che i terroristi erano in fuga in Ucraina, dove avrebbero avuto dei contatti. Ecco che si aprono scenari inquietanti, con un'operazione cognitiva e di manipolazione già in atto. Le prossime ore e i prossimi giorni saranno veramente critici e carichi di tensione. Ulteriori aggiornamenti a seguire.

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