A circa un anno e mezzo dal drammatico mutamento degli scenari geostrategici planetari, maturato con l’aggressione russa all’Ucraina e con un rinnovato atteggiamento assertivo della Repubblica Popolare Cinese, da più parti ci si interroga su come saranno rimodulate le forze militari delle Nazioni occidentali dopo quasi 3 decenni dalla conclusione della Guerra Fredda.

Senza scendere nei dettagli di un’analisi geopolitica necessariamente estesa a tutto il pianeta, e sebbene il conflitto in Ucraina abbia caratteristiche prevalentemente aeroterrestri con importanti corollari missilistici, si può affermare che la rimodulazione interessa necessariamente anche le forze aeronavali, soprattutto quelle di una potenza globale quale gli Stati Uniti chiamata a esercitare un ruolo ben preciso nel nuovo (dis)ordine mondiale.

A ottobre 2022, il Pentagono ha divulgato la versione classificata della National Security Strategy (NSS) che, in generale, evidenzia l’enfasi posta da Washington sulle minacce russe e cinesi e su quelle, valutate minori, provenienti da stati come l'Iran e la Corea del Nord. La NSS 2022 fornisce maggiori dettagli sulla futura pianificazione delle forze rispetto a quanto avvenuto in passato, e si associa alla policy da attuare in materia di deterrenza strategica nucleare e convenzionale, controllo degli armamenti e difesa antimissili balistici. Nel complesso, viene dimostrato che gli Stati Uniti rimangono fermamente impegnati negli sforzi in queste 3 macroaree, tenendo sotto controllo gli sviluppi in atto in Russia e in Cina e manifestando l’intenzione di incrementare le proprie capacità nucleari strategiche e di teatro e di proseguire nello sviluppo di sistemi offensivi e difensivi anche a protezione delle Nazioni alleate e amiche di Washington.

L'articolo completo è pubblicato su RID 10/23, disponibile online e in edicola.

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