Fra le notizie navali diffuse negli ultimi giorni, quella forse più “curiosa” ma non meno importante riguarda l’apparizione di una nuova corvetta lanciamissili da crociera - appartenente alla classe ANMOK, della quale è eponima, e identificata dal distintivo ottico 661 - prevedibilmente entrata da poco in servizio nella Marina Nordcoreana.
La notizia è stata divulgata dagli organi d’informazione della Corea del Nord, ponendo l’enfasi anche sul fatto che al lancio di un missile da crociera dall’unità ha assistito il Supremo Leader della Repubblica Democratica Popolare di Corea, Kim Jong Un. L’evento si è svolto in concomitanza dell’avvio dell’esercitazione congiunta ULCHI FREEDOM SHIELD fra Stati Uniti e Corea del Sud (21-31 agosto 2023). L’unità è inquadrata nella Flottiglia del Mar Orientale (cioè il Mar Giallo) della Marina Nordcoreana e le immagini diffuse da Pyongyang ne consentono un’analisi abbastanza approfondita.
La nuova corvetta fu individuata nel 2011 mentre si trovava in costruzione, ma solo nel 2016 ne venne confermato il tipo, con un secondo esemplare probabilmente tuttora in costruzione o allestimento. Si tratta di un’unità caratterizzata da disegno stealth, con scafo a ponte continuo, ma priva di hangar e ponte di volo tradizionali, perché in coperta a poppa sono presenti 2 impianti per la difesa di punto a canne rotanti da 30 mm, assai simili agli AK-630 sovietico/russi, se non addirittura forniti da Mosca. Le linee generali dell’ANMOK fanno presumere una discendenza “cinese” del progetto, viste le relazioni in corso fra Pechino e Pyongyang, a cui si associa l’adozione di un’amplia panoplia di sistemi e impianti per lo più di produzione nordcoreana ma di matrice cinese e/o russa. L’unità è lunga circa 100 m, larga circa 13 m e ha un dislocamento stimato nella gamma delle 2.000 t. L’elemento maggiormente caratteristico dell’ANMOK è la tuga poppiera a sezione più o meno tronco piramidale in cui sono collocati, dietro 2 ampi portelloni, 2 gruppi quadrupli di contenitori/lanciatori per missili da crociera in funzione antinave o più verosimilmente land attack tipo HWASAL-2, accreditati di una portata massima di 2.000 km e forse dotati di testata nucleare. Sul cielo di questa tuga vi è un sensore per la direzione del tiro e uno elettro-ottico di sorveglianza, forse associati alla guida degli impianti da 30 mm. Accanto a questi ultimi, nella zona poppiera sono presenti 2 impianti lanciachaff e un sistema lanciamissili superficie-aria - forse SA-16 IGLA, di origine o derivazione russa -, nonché spazio sufficiente per operare UAV di piccole dimensioni, alloggiabili nella struttura scatolare simile a un hangar. Procedendo verso prora, vi è una discontinuità fra le sovrastrutture dove potrebbero essere installati missili antinave che, qualora presenti in futuro, confermerebbero che gli HWASAL-2 sono destinati al land attack. La sovrastruttura prodiera dell’ANMOK è su più livelli, sul cui cielo vi è un albero per il radar di sorveglianza aeronavale TYPE 362A in banda X di produzione cinese, per sistemi di guerra elettronica e per 2 radar di navigazione FURUNO di origine commerciale. A livello intermedio sono presenti 2 impianti da 14,5 mm per la difesa contraerei/antimissili ravvicinata e una direzione del tiro, mentre in coperta a prora vi è un cannone da 100 mm di origine cinese, probabilmente di produzione locale, ma sostanzialmente obsoleto, e 4 lanciarazzi antisommergibili non brandeggiabili; altri impianti a scomparsa per quest’ultima funzione potrebbero essere alloggiati nella zona poppiera dello scafo. L’assenza di fumaiolo indica chiaramente un sistema propulsivo che scarica sotto la linea di galleggiamento (altra eredità della scuola sovietico/russa per il naviglio di ridotte dimensioni), comunque formato da motori diesel su 2 assi: la velocità massima è stimata in 25-27 nodi.
L’ANMOK riflette gli sforzi progettuali della Marina Nordcoreana nel settore della riduzione della segnatura radar equivalente e all’infrarosso dello scafo. A tali sforzi si associa la volontà di installare quelli che in Corea del Nord sono ritenuti sistemi e impianti relativamente moderni, ma che risultano oggettivamente obsoleti se paragonati ai prodotti occidentali, anche non troppo recenti; è inoltre possibile che tali sistemi e impianti siano tutti o in parte recuperati da fregate nordcoreane, o anche cinesi, ormai dismesse. In sintesi, l’ANMOK (e le sue possibili gemelle) suscita più che altro curiosità, perché si tratta di una corvetta dalle linee sì moderne, ma equipaggiata con sensori e sistemi di un paio di generazioni precedenti. Tuttavia, la presenza di missili che potrebbero forse colpire con una testata nucleare obiettivi in Giappone e Corea del Sud evidenzia la presenza di un nuovo tipo di minaccia negli scenari marittimi dell’Asia nordorientale a cui Tokyo, Seul e Washington sono chiamati ad attribuire il giusto livello di attenzione e contrasto.