Siamo alla periferia di Maputo, alla Casa de Alegria, dove vivono circa 120 bambini. Qui operano i ragazzi di nave Bergamini, una decina circa, che hanno volontariamente deciso di dedicare il loro tempo libero a chi ne ha bisogno. Il centro, gestito dalle suore di Madre Teresa di Calcutta, si trova in una delle zone più povere della città. Il tasso di malati di HIV è elevatissimo. Molti dei bimbi che frequentano la scuola sono sieropositivi, e contraggono di frequente tubercolosi e scabbia, a causa delle scarse condizioni igieniche in cui vivono.A 70 km da Maputo c’è l’orfanotrofio Irmas Franciscanas Missionarias de Maria. Qui sono gli uomini del Cavour a rinunciare a qualche ora libera a terra per ricostruire tre forni, riverniciare cancelli e pareti, installare delle panche.All’Infantario Primeiro de Maio, il terzo sito in cui la Marina Militare ha deciso di portare il proprio contributo di solidarietà, la prima immagine che ci troviamo davanti è quella di un militare di Nave Etna attorniato dai bambini. L’Infantario Primeiro de Maio è un orfanotrofio atipico. I 53 bambini presenti sono stati abbandonati o portati qui dalle famiglie perché malati, e la povertà estrema non consente cure. Anche qui vengono sistemati ventilatori, lavatrici, alcuni dei lettini in ferro, zanzariere. Piccoli dettagli che possono fare la differenza.Inoltre nei 3 centri le squadre lavori sono state affiancate da un team sanitario, che ha dato la disponibilità a effettuare visite mediche, e ha fornito i medicinali necessari e di cui le strutture erano prive. Agli ufficiali medici di bordo e ai sottoufficiali infermieri sono stati affiancati gli ufficiali medici del Corpo Militare e le infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana. Anche in Mozambico le squadre lavori dei volontari della Marina Militare hanno portato il loro contributo. Anche a Maputo hanno lasciato sorrisi, e migliorato la vita di centinaia di bambini.